Lo scriptorium della Gaita di San Pietro, a Bevagna, è stato scelto come ambientazione per alcune scene della serie tv RAI “Il nome della rosa” del regista Giacomo Battiato. L’esperienza maturata nei 30 anni del Mercato delle Gaite ha permesso una ricostruzione minuziosa e dettagliata dei mestieri medievali della Gaita di San Pietro: Scriptorium, Spezieria, Cereria e Vetreria.
Una grande occasione di visibilità per le Gaite e per Bevagna, che si arricchirà, per l’edizione 2019 del Mercato delle Gaite, di tutte le scenografie e gli oggetti utilizzati per la fiction tratta dal bestseller di Umberto Eco: pergamene, codici miniati, candele, vasellame, spezie, vetrate.
Lo scriptorium della Gaita di San Pietro è stato realizzato sulla falsariga degli ambienti del Convento domenicano di Bevagna, fondato dal beato Giacomo Bianconi, morto nel 1301 e compatrono della città. Il luogo è stato allestito in modo da poter ammirare tutti i passaggi relativi alla lavorazione a al confezionamento di un codice in pergamena, in tutte le sue fasi di realizzazione
Le pelli di agnello o di capra, una volta essiccate, vengono lavate ed ammorbidite per essere poi immerse in una poltiglia di acqua e calce; distese quindi sullo “zampetto”, vengono lavate della lana e di tutto il “carniccio”; dopodiché sono messe in tensione su appositi telai ai quali sono fissate attraverso il procedimento di “imbrecciatura” che tutela la pelle dall’elevato rischio di rompersi. Una volta essiccate le pelli, ormai divenute pergamene, sono soggette alle operazioni di pomiciatura, piegatura, foratura e rigatura, pronte per diventare fascicoli bianchi di libri che gli scriptores della Gaita utilizzano, confrontandosi con diverse tipologie grafiche. Dopo essere stati scritti, i fascicoli passano sul tavolo del decoratore che li completa con semplici lettere iniziali di diverso colore oppure con vere e proprie historie miniate, o infine con ornamentazioni a motivi antropomorfi, zoomorfi, floreali e geometrici. I vari fascicoli sono poi cuciti e protetti da apposite copertine che ne garantiscono una lunga conservazione. Si provvede, inoltre, a preparare, sulla base di antiche ricette, inchiostri e colori diversi necessari per scrivere sui preziosi codici in pergamena. I frati della Gaita San Pietro utilizzano, quali strumenti di lavoro, penne d’oca appositamente appuntite e “stil di piombo”, corna di bue come calamai, pennelli di pelo di scoiattolo, mollica di pane, pietra pomice e zampetti di coniglio.